Dal 4 dicembre 2014 al 24 gennaio 2015, la galleria Arielle d'Hauterives presenta cinque artisti attraverso la mostra "Scoperte invernali": Anne de Harlez, Marlène Chombart, Hélène Goddyn, Irène Philips e Pascale Lander. Un lavoro di ricerca e di introspezione del corpo e della mente accomuna le opere di questi cinque artisti. Tea Time domenica 11 gennaio dalle 16:00 alle 19:00
“Il volto femminile del mondo”, l'opera di Anne de Harlez, è tutta un'interrogazione sul femminile/maschile, sulla percezione del tempo, sull'elemento della natura che siamo ma anche della natura che ci circonda. da noi. Anne de Harlez lavora con forme curve, ovoidali o serie infinite. I suoi materiali sono fragili come la posidonia o forti come il bronzo. La dimensione dei suoi pezzi varia da piccola a monumentale. L'argomento può essere intimo o molto pubblico. Ma la ricerca è costante, cercando di trovare il cuore dell'anima femminile.
Per la sua serie “Chimères”, Marlène Chombart, scrittrice-professoressa di letteratura e artista autodidatta, ha utilizzato le sue solite penne a sfera e acquarelli per l'introspezione comica. Le chimere dell'Antichità divennero personaggi polimorfi, con due teste dove piume e vestiti si intrecciano in uno scintillio di colori. L'assurdità dell'apparenza, l'ipocrisia dell'immagine di sé diffusa in tutto il mondo nell'era della moda dei "selfie" e di altri autoritratti mutevoli, avatar vuoti, che dovrebbero rappresentarci, questo è ciò che Marel ha scelto di evidenziare, non senza umorismo.
L'artista visiva Hélène Goddyn utilizza l'arte digitale e la promuove al pubblico come mezzo artistico a sé stante. Fa parte del movimento Wonderful Art: un'arte positiva, spirituale, che ricerca l'essenza stessa della creazione. La sua firma “Crea per vivere e creare un mondo migliore!” È la vita e la sua quotidianità che hanno portato Hélène ad approfondire l'imaging medico attraverso la sua serie “Human Mandalas”. Il mandala è un oggetto sacro di culto. Un simbolo forte, il mandala creato da immagini mediche forma un'armonia perfetta. Accanto ai mandala, sviluppa un lavoro sulla memoria collettiva reinterpretando dipinti o iconografie conosciute, con soggetti contemporanei. Mescola la tecnica del disegno digitale, associata a quella della fotografia e alla scansione dei materiali nello stesso dipinto. Attraverso il suo lavoro conduce il pubblico verso la ricerca e un cambiamento di angolo di vista e percezione su temi attuali. Dalle sue opere emergono poesia ed energia positiva.
Le opere di Irène Philips in 2 e 3 dimensioni, sia in miniatura che monumentali, sono abitate da figure femminili e maschili. Questi traducono poeticamente sia eventi dolci, intimi e meditativi, sia episodi dolorosi della vita. Questi personaggi sono attori e interpretano ruoli diversi ispirati alla nostra società fragile e contraddittoria. Relazioni umane, evoluzione contemporanea tra uomo e donna, uomo e natura, sovrappopolazione, religione, ecc. sono temi ricorrenti nel suo lavoro. Nel 2012, ha iniziato a creare un alfabeto con le sue figure umane. Ha illustrato 'Holoversum' di Claude van de Berge pubblicato da Uitgeverij P de Leuven nel 2007 e 'Sérénade' di André Doms pubblicato da L'herbe qui tremble a Parigi nel 2013. Nel 2014 è uscita su 'Philips Human Alphabet' la pubblicazione di 'Philips Human Alphabet'. Medusa Editore a Tervuren.
Pascale Lander, ex studentessa della scuola di teatro Jacques Lecoq di Parigi, ha seguito corsi di morfologia alla Scuola di Belle Arti, nonché una formazione di euritmia. È laureata in linguaggio dei segni. Tra nudità e pudore, segreto e rivelazione, letteralità e poesia, il lavoro di Pascale Lander ci fa vedere attraverso il corpo e nel corpo l'infinito svelamento della femminilità. Se il suo stile flirta con la pittura accademica, se ne libera con una forma allo stesso tempo libera ed esigente, donatale dalla sua carriera unica. È come pittrice che si avvicina alla fotografia nella sua serie “Corps & Canevas”. Deriva dal lavoro in studio, dove ha spostato l'atto pittorico dalla superficie del dipinto alla pelle della modella. Il corpo non è più oggetto di rappresentazione. Diventa strumento e materia viva.
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