I pezzi della serie “Scalp” costituiscono un insieme che funziona come le pagine strappate di un diario di bordo, ma in dimensioni sproporzionate.
Il materiale che dà origine a queste opere è stato generato durante un processo di indagine, finanziato dal Sistema di Aiuto alla Ricerca/Produzione del CNAP nel 2016.
Questa ricerca consisteva nel seguire le tracce di tre personaggi situati tra realtà e finzione, nel seguire in qualche modo le tracce di tre fantasmi perduti in Messico (1).
Il progetto consisteva nell'entrare in un processo di indagine immersiva per scrivere una sceneggiatura che desse origine a oggetti, una sceneggiatura scultorea.
Questo progetto si snoda così in diversi capitoli di cui la mostra (S)CRYPTE sarà il primo, quello che ne “svelerà” la sceneggiatura.
Solo che le note sparse e frammentarie che costituiscono questa scrittura vengono riunite sotto forma di palinsesto, dove diventano quasi illeggibili, nella sovrapposizione di scritte, immagini e grafica.
Si tratta quindi di scrittura, dove la scrittura diventa disegno e il disegno diventa scrittura, dove i segni sono criptati e appaiono come “forme”. Tutte queste forme provengono dal processo investigativo di questo progetto messicano.
L'uso della cera d'api per sovrapporre strati di materia rende questi pezzi fluttuanti tra disegno, scrittura e pittura, ma anche con carattere oggettuale, come una pelle o come uno schermo, su cui le Informazioni vengono stampate, incise, ma anche cancellate, con elementi scompaiono sullo sfondo e altri emergono in superficie, evocando il funzionamento della memoria.
Due sculture realizzate con scale a pioli completano la mostra, situando il tutto in una temporalità paradossale e fluttuante, dove passato, futuro e presente si sovrappongono.
Sergio Verastegui, 2018
(1) Questa indagine è stata strutturata su tre assi, il primo riguardante il viaggio di Robert Smithson alla ricerca delle antiche rovine Maya tra Messico e Guatemala, che fa una significativa digressione al Palenque Hotel. Il secondo ruota attorno alla poesia di Mario Santiago Papasquiaro, detto Ulises Lima, personaggio del libro I detective selvaggi, scritto da Roberto Bolaño. Il terzo attorno alla figura del dio precolombiano Xipe Totec, quello scuoiato, figura rappresentata come un personaggio vestito con pelle umana consumata al rovescio.
Leggi di più