VIRGINIE GROLEAU
Virginie Groleau cattura l'essenza umana nella sua profondità e semplicità. Con i suoi ritratti, inscrive anime nella terra e nel bronzo, anime incontrate qua e là, in Cina o in Africa, o anime immaginarie come le sue “Dark Souls”, visioni oscure prese in prestito da Goya.
Con colori e pitture bellicose, adorna le sue terrecotte “Cacciatore-Cacciatore”, le combina con il legno grezzo delle foreste profonde… dove cerca teschi di animali e, come un artista diventato sciamano, dà loro vita e potere nuovamente adornandoli con oro e luce (“Il mio prezioso”).
Quindi, quale guerriero o animale dà la caccia all'altro? Si sente il loro inseguimento in lontananza, nel sottobosco... A metà tra etnologa e alchimista, Virginie Groleau estrae pazientemente dall'argilla la sostanza vitale.
TERRACOTTA
Umanità/AnimalitàTerracotta, innesti di corno, barbottine (terre di diversi colori lavorate grezze), smalto.
ANIME SCURE
Dipinti neri senza tempo di Goya, Virginie esplora la zona d'ombra. Lavora il gesso come un pizzo piuttosto che come l'argilla, “facendo parlare la materia per incontrare la vernice”. Costruire un ponte tra 2 epoche. Bronzi sospesi o intonaci sospesi diretti o di base, altezza da 25 a 40 cm a seconda dei pezzi.
ILLUMINAZIONI
I miei Preziosi Trofei e i teschi di animali, essi stessi già sculture, sostengono un lavoro artigianale meticoloso e prezioso…. L'artista li adorna con pigmenti sgargianti, polvere di bronzo, aeree foglie d'oro,
GEORGETA MOCANU
Ho iniziato a realizzare progetti tessili nel 1980, quando ero un giovane laureato in Belle Arti a Bucarest, in Romania.
Al mio arrivo in Francia, per completare la mia attività creativa, mi sono occupato di restauri di arazzi e tessuti antichi, per musei e collezioni private. Mi sono subito specializzata nella tintura e nelle tecniche tradizionali, che sicuramente hanno influenzato il mio processo creativo. Per me è importante tessere con lane scelte e tinte da me.
La “Foresta” fa parte di una serie aperta che è la continuazione di un lavoro di arazzi a volume che ho iniziato negli anni '80. La Foresta è un tema ricorrente dell'arazzo di Aubusson su cui ho lavorato a lungo ed è così. naturalmente verso questo tema che ho virato, dandogli una dimensione più sensoriale, come un richiamo a toccare la corteccia degli alberi.
Il punto annodato mi permette di giocare con i colori come in un presunto puntinismo.
La “Foresta di betulle”, la cui corteccia bianca riflette la luce del momento, è tessuta utilizzando tubi sospesi di lana e seta che cadono liberamente.
Le “Lacrime” (su telaio alto liscio), opere monocrome, evocano bassorilievi dove il soggetto rappresentato risalta solo debolmente dallo sfondo; ne rimane pienamente impegnato. Come una perla nella sua custodia.
Leggi di più