“Nato nel 1931 a Mostaganem, Abdallah Benanteur, uno dei fondatori della pittura algerina moderna, è immerso in un ambiente familiare e culturale algerino sensibile alla scrittura e al libro miniato, alla poesia mistica musulmana, alla musica e al canto andaluso. Si stabilisce a Parigi nel 1953, facendone la sua capitale di vita, creazione e influenza internazionale. Imbevuto della grande pittura dei musei di Francia e d'Europa, è stato in grado di creare un'opera personale, paesaggi poetici immersi nella luce del suo Mediterraneo nativo e della sua Bretagna d'adozione, paesaggi a volte astratti e talvolta popolati da sagome di a persone in movimento. » (Claude Lemand)
“Tra i pittori maghrebini contemporanei, Abdallah Benanteur occupa un posto singolare ed esemplare dal punto di vista internazionale, per il suo radicale e legittimo rifiuto di ogni accademismo, sia esso figurativo, astratto o postmodernista, così come di ogni impostazione folcloristica che tradisca il vero gusto arabo-arabo. Tradizione islamica, che porta inevitabilmente, qualunque sia il modo o il know-how, all'impoverimento riduttivo e normalizzato della creazione autentica. D'altronde fa appello alla pittura, a gesti appropriati derivati dal principio calligrafico e che mantiene sempre concisi, densi, imperiosamente ritmati, mai tentati di lasciarsi racchiudere e soggiogare dal segno. Si lancia nel movimento di una scrittura metaforica e non simbolica, tuffandosi nell'entroterra del pittore per assumere significato e manifestarsi al mondo degli uomini, con l'unico scopo di risvegliare in ognuno la celebrazione dell'immaginario. » (Raoul-Jean Moulin)