Gustavo Rimada

"Nato a Torreón, in Messico, nel 1981, sono il più giovane di quattro fratelli. I miei ricordi del Messico sono pochi, ma di quelli che ricordo sono che disegnavo costantemente. Sempre e dovunque. Mia madre mi ha ricordato il mio dono durante la crescita. Mi ha sempre incoraggiato e incoraggiato. Sapeva prima di me quale sarebbe diventata la mia vera passione.

All'età di sette anni i miei genitori decisero di trasferirsi in California. Lasciandosi alle spalle quella che io chiamo una vita da "Cosby Show". Mio padre era avvocato, mia madre medico. Al loro arrivo, il loro lavoro cambiò drasticamente. Ora lavavano i piatti e facevano le pulizie di casa. Le nostre vite erano state stravolte. Furono tempi duri, ma in quel periodo vidi la forza dei miei genitori, ed è qualcosa che conservo con affetto.

I miei genitori scelsero Indio, in California, per crescerci. Durante gli anni della scuola ho seguito corsi d'arte, è stato facile. Dopo il diploma, decisi (con l'aiuto della famiglia) di trasferirmi a Santa Monica e frequentare l'Art Institute, dove scelsi di studiare animazione al computer. Mentre ero ancora a scuola, ci fu l'11 settembre. Dopo quell'accaduto, mi sentii inadeguato nella mia vita. Avevo bisogno di qualcosa di più, il mio cuore non era più rivolto all'animazione né alla scuola. Mentre passavo davanti a un ufficio di reclutamento dell'esercito, senza alcuna esitazione entrai e mi sedetti. Poche ore dopo fui arruolato e sarei partito per il campo di addestramento entro poche settimane. Ho trascorso 3 anni nell'esercito. In quel periodo l'arte passò in secondo piano. Mi dilettavo qua e là, ma niente di serio. Fu solo circa 2 anni dopo il congedo che mi diedero due enormi pannelli di cartone MDO su cui dipingere. Fu davvero l'inizio del mio ritorno all'arte.

Il mio cuore e la mia mano hanno preso il sopravvento. Ho disegnato, dipinto fino a tarda notte. Dipingevo su tutto, dalle scarpe alle borse. Nel giro di un mese ho riempito un album di schizzi di pin-up di Elvgren e dipinti di Olivia. Poco dopo tutto quel lavoro, ho iniziato a lavorare in uno studio di tatuaggi. Il mondo dei tatuaggi ha ispirato la mia arte a vivere una nuova vita e a vivere una nuova passione. La conoscenza e la storia del settore mi hanno lasciato un'incredibile esperienza.

Ora sono diventato, si potrebbe dire, un maniaco del lavoro e, onestamente, posso dire che amo quello che faccio. Non lo cambierei con niente al mondo. Mangio, respiro e dormo davvero arte. Lavoro sodo e continuerò a farlo, qualunque cosa sia.

Infine, ma non per questo meno importante, sono un padre, un marito e un padre di famiglia devoto, ma non per questo meno un artista appassionato.