Soo Kyoung Lee
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Soo Kyoung Lee

Corea del Sud • 1969

Biografia

Soo Kyoung Lee, nato nel 1969 a Seoul, vive e lavora a Bagnolet, in Francia. "Primo incontro con un'opera, con un artista. Domina la temporalità, quella offerta dall'opera e dall'artista. Nei dipinti di Soo Kyoung Lee, tutto inizia con una superficie monocroma che è progettata per accogliere elementi diversi, così come organi che danno il suo “Hanno guardato Matisse” è stata la premessa di una mostra organizzata nel 2009 al Museo Matisse di Cateau-Cambrésis che presentava in particolare le opere di Barnett Newman. così interessato Soo Kyoung Lee Quest'ultima percepisce quindi pienamente la forza decorativa – nel senso positivo del termine – di Matisse e allo stesso tempo accetta la propria ambivalenza pittorica, le sue “indicibili nature morte” come semplicemente attraenti, Soo Kyoung Lee aggiunge un elemento dirompente che però, recentemente, ha sconvolto l'ordine fino ad ora definito dall'artista, ovvero l'organizzazione di uno spazio strettamente pittorico. definito dalla cornice della tabella. Questi elementi aggiunti si liberano, vengono tagliati, escono dal dipinto e danno un nuovo ritmo all'insieme. Le realtà dell'immagine si moltiplicano. Gli elementi svolgono un ruolo diverso a seconda del formato dell'opera. Nei grandi formati fluttuano monocromatici. Non appena il formato diminuisce, i grovigli diventano evidenti con la loro presenza. Il recente trittico si riferisce ad un altro spazio che continua a tagliare e manipolare. Si riapre la questione della trasparenza, già essenziale nel suo lavoro. Una domanda, domande, in che direzione andare? Dopo un periodo intenso, il necessario stop e la ripresa della pittura utilizzando piccoli formati, rari per l'artista. “Pittura per manichini”, come li chiama scherzosamente, per sottolineare questo momento intermedio in cui dubitiamo di tutto, anche della nostra stessa capacità di dipingere. È piuttosto il dipinto di un esperimento in cui tutto è permesso, nulla viene fermato e che funziona come un tutto. Questi piccoli formati, questi “laboratori”, sono come tante pagine di un quaderno di riflessione. E il disegno in tutto questo? Le forme si dipanano sulla superficie bianca del foglio, offrendo nuovi riflessi, "la carta mi regala queste sensazioni di familiarità, di affetto". Passaggi progressivi dal monocromo al pennellato, elementi che disturbano e animano le tele, grovigli, sovrapposizioni, ritmi che si invertono a seconda dei formati e delle tecniche utilizzate, costituiscono gli strati di questo qualcosa che dobbiamo prenderci il tempo per vedere. - Fanny Drugeon, aprile 2015
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