
Biografia
O'CLOCK è nato nel 1976, vive e lavora a Parigi.
Originario della periferia parigina, scopre i graffiti alla fine degli anni '80.
I suoi primi tag con questo pseudonimo apparvero nel 1995 a Parigi e nella sua periferia. È spesso considerato uno dei tagger/graffitisti più produttivi e creativi nella storia dei graffiti in Francia.
"Non mi piacciono l'inazione e le ricette che funzionano. Mi piace correre rischi, spaventarmi. Quando mi esprimo c'è una grande parte di improvvisazione e rinnovamento che dipende dal mio stato d'animo, dal mezzo e dal luogo. Mi piace improvvisare, fidarmi del mio istinto. Percepire lo stato d'animo, valutare l'urgenza della situazione e adattare le mie idee ad essa. Certo, ho dei classici semplici ed efficaci, ma preferisco non ripetere lo stesso tag o lo stesso pezzo troppo spesso all'infinito, ho bisogno di rinnovarmi, mi piace soprattutto la sorpresa, il cambiamento, la novità, il confronto con l'ignoto e il pericolo, il mio alibi sono i graffiti."
Ha quindi la particolarità di trovarsi dove non ce lo aspettiamo, sia negli stili che nelle location scelte, il tutto associato a un ritmo frenetico. Multidisciplinare, lascia la sua firma mutevole su tutti i media: strade, metropolitane, treni, camion, tunnel, tetti, autostrade, ecc. Si dedica ad altri progetti
artistico sempre strettamente o vagamente legato ai graffiti. Le mostre personali e collettive in Francia e all'estero rifletteranno la sua sensibilità, le sue conoscenze e il suo impegno nel settore, il più delle volte attraverso installazioni che utilizzano la fotografia, il video, vari oggetti espliciti riuniti, la pittura, la scultura, ecc. Affronta la questione dei graffiti senza realmente "mostrarla", lasciando da parte in un primo momento la parte tecnica, estetica e pittorica.
In definitiva, i graffiti sono solo un alibi all'inizio di questo processo. Il suo desiderio era piuttosto quello di mettere in risalto la misteriosa parte sommersa dell'iceberg "Graffiti". Raccontare le ragioni che l'hanno spinta a praticarla, i suoi desideri, le sue motivazioni, il suo contesto, per comprendere, con il tempo e la necessaria prospettiva, l'essenza stessa di questa passione divorante, la sua origine personale. Insomma, avere prima di tutto una catarsi per poi affrontare con calma il tuo vero “lavoro” di graffitista.
Innanzitutto, svelare il mistero del problema dell'alter ego, dello pseudonimo, dell'anonimato, dell'adrenalina, dell'effimero e di questa necessità di imporre i propri gusti, le proprie scelte, attraverso le proprie azioni. Tutte queste domande fondamentali ed essenziali, senza risposta, spesso restano senza risposta e questo crea spiacevoli confusioni e incomprensioni, nonostante i graffiti siano sempre più presenti nelle gallerie e nei musei. L’illegalità è la condizione sine qua non e “legittima” del Graffiti, la sostanza e la forma in armonia affinché esso “prenda vita”, quindi tutto il suo significato…