

Biografia
Artista visivo, poeta sonoro e visivo, editore, interprete, regista e promotore di iniziative artistiche indipendenti, Henri Chopin è stato un riferimento imprescindibile per diverse generazioni di artisti.
Chopin esalta il valore fisico del suono attraverso l'uso performativo del corpo e delle tecnologie di registrazione e trasmissione. Il suo interesse per la poesia e le prime registrazioni su registratore portatile risalgono alla metà degli anni Cinquanta, dove è già evidente l'attenzione al suono piuttosto che ai testi. In questo periodo inizia a sperimentare la sostituzione del linguaggio parlato con il linguaggio e delle parole con la voce, per raggiungere un caleidoscopio infinito di suoni vocali.
Influenzato dalle personali esperienze biografiche, legate per lo più alla deportazione in Germania e alla successiva fuga in Russia durante la seconda guerra mondiale, Chopin sviluppa, però, una poetica che attinge sia dalla poesia visiva e sonora che da riflessioni politiche, in difesa della libertà. e democrazia.
Con le “audiopoesie" Chopin sperimenta le possibilità della poesia sonora attraverso le manipolazioni e le mescolanze che la tecnologia consente, trattando, sul nastro, la materia fonica che in Chopin è respiro, eco, riverbero, voce e variazione di velocità. Il metodo esecutivo di questi lavori prevede una prima registrazione su nastro magnetico, in cui viene utilizzato solo il respiro, il successivo ascolto del brano (da 10 a 20 volte) e, infine, una seconda registrazione vocale. L'altra declinazione di questa ricerca sono gli. “dactylopoems", una sorta di partitura dattiloscritta, un'interfaccia poetica, in cui la componente visiva si mescola a tessiture fonetiche.
Di fronte alle audiopoesie e alle tipolopoesie l'osservatore è sollecitato dalla fisicità del suono, che diviene corporeo così come la parte testuale-visiva. Si tratta, quindi, di una doppia sollecitazione, sensoriale e visiva, a cui è sottoposto lo spettatore, e anche le opere 'non sonore' non vanno quindi considerate come un elemento diverso, o come un elemento residuo, documentario, ma piuttosto come una sorta di incisione su un supporto diverso dal nastro – la carta -, che permette di legare e amalgamare i suoni al testo e alle immagini.
Queste tavole visive sono filtri attraverso i quali ottenere visioni più accettabili del mondo e della vita; una visione anarchica della realtà e della storia estremamente personale che sostiene un attaccamento alla democrazia, unito a una profonda avversione alle dittature in nome della libertà.