Catherine Dedieu Lugat

La fotografa e artista visiva Catherine Dedieu Lugat ha sviluppato un approccio artistico unico, ispirato dal suo percorso personale, segnato da un grave incidente. Cattura frammenti di vita quotidiana attraverso il suo obiettivo per rivelarne l'estetica nascosta, seguendo lo spirito del wabi-sabi giapponese, che celebra la bellezza delle cose imperfette ed effimere.

Impegnata in un approccio eco-responsabile, l'opera di Catherine Dedieu Lugat riflette sul tempo, sulla memoria e sull'impatto umano sull'ambiente. Da oltre 17 anni, ha esposto le sue opere in più di 60 mostre, sia in Francia che all'estero, in particolare in Argentina e a Tokyo. Il suo lavoro sull'acqua è stato presentato in numerose città e villaggi del sud-ovest della Francia.

Le sue opere sono il risultato di un'osservazione meticolosa: un muro usurato, un manifesto strappato, la ruggine di un cancello o il luccichio di una pozzanghera d'acqua diventano composizioni astratte e sensibili, senza ritocchi, in un approccio che lei definisce "fotografia cruda". Le sue stampe, realizzate su supporti diversi come carta per acquerelli, teloni tessili, carta di riso o alluminio, offrono una materialità che rafforza la dimensione poetica del suo lavoro.

Parallelamente al suo lavoro personale, partecipa a diverse associazioni artistiche ed è fondatrice del collettivo "De l'Art en Barre", un progetto che valorizza artisti con background atipici e promuove l'integrazione di artisti con disabilità nel mercato dell'arte. Vive e lavora tra Parigi e la regione del Lot, dove ha aperto il suo studio.

L'opera fotografica di Catherine Dedieu Lugat è un invito a cogliere la bellezza che ci circonda, a prestare attenzione ai dettagli che spesso trascuriamo. Attraverso il suo obiettivo, cattura attimi fugaci in cui l'usura del tempo e le tracce umane trasformano la materia in opere d'arte. Il suo approccio, radicato in un'estetica di minimalismo e presunta imperfezione, si inserisce nella tradizione wabi-sabi, reinterpretata in chiave contemporanea.

Le sue immagini non cercano di raccontare una storia nel senso narrativo del termine, ma piuttosto di suggerire un'emozione, di creare un incontro tra lo spettatore e l'inaspettato. Giocando con texture, contrasti e composizione cromatica, decostruisce il confine tra realtà e astrazione, aprendo un campo infinito di interpretazioni.

Lungi dall'essere un semplice documentario, la sua visione reinventa la vita quotidiana e le conferisce una dimensione artistica in cui ogni dettaglio diventa un'impronta tangibile del mondo. Il suo impegno ecologico, visibile nella scelta dei media e nel desiderio di rivalutare i materiali, rispecchia anche la sua visione complessiva di un'arte consapevole, accessibile e profondamente umana.

Il suo progetto "De l'Art en Barre" è una naturale estensione del suo impegno: rendere l'arte accessibile a tutti e offrire agli artisti, in particolare a quelli con disabilità, uno spazio di espressione e apprezzamento. Questa iniziativa riflette una profonda convinzione: l'arte ha senso solo se dialoga con la società e costruisce ponti tra gli individui.