Caroline Poulet

Dopo gli studi di arti applicate presso i laboratori di Sèvres e alla LISAA, si reca in Niger per 7 anni per insegnare arti plastiche alla scuola Mariama poi al liceo francese di Niamey; paese in cui evolverà le sue creazioni apprendendo nuove tecniche da fondatori, fabbri, conciatori e scalpellini Tuareg e Fulani. Oggi si dedica alla scultura oltre all'insegnamento delle arti visive ai giovani. Sviluppa forme intuitive astratte totalmente libere, mescolando diverse tecniche rigorose come lo stucco poliestere, la colla rinforzata, ecc., tecniche trasmesse da Jaildo Marhino (attore del movimento MADI). Il suo lavoro iniziale aveva la forma di un volume in gesso, che si trasformò rapidamente in resina per garantirne la durabilità. Il bianco è il suo colore preferito perché funge da mezzo per la luce, cattura modulazioni e intensità fluttuanti per creare una moltitudine di ombre, le forme prendono vita... È anche una ricerca di equilibrio o “equilibri” della stessa forma in spazio Ogni opera ha diversi punti di appoggio, possono essere manipolati all'infinito. Queste forme evocano la geometria pura (angoli, curve, spirali, ecc.), la biologia (DNA, morfologia, immagini di piante, elementi marini) o anche la musica (disegno di immagini). note) Realizza così serie di forme “progettuali” e ci propone un viaggio nel cuore della materia. Caroline Poulet lavora ormai da diversi anni sul colore nella sua forma più pura.