
Biografia
Nato nel 1975, David Abrahm è una figura emergente dell'arte concettuale contemporanea francese.
Il suo lavoro, decisamente moderno, postula che il nostro modo di vivere debba essere presentato nella sua espressione più primaria, a volte più feroce, ma sempre più sostanziale. Ed è senza complessi che da molti anni si sforza di dispiegare, accartocciare, strappare gli oggetti della nostra vita quotidiana, per meglio solidificarli in un modo, secondo lui, che non avrebbero mai dovuto cessare di esistere.
Tutto va lì allora. E lo sguardo di David Abrahm si posa con fredda determinazione sulle nostre vite; i nostri giornali, le nostre attività del tempo libero, i nostri parchi divertimento, le nostre tecnologie, le nostre produzioni umane, tutto è perduto e lentamente ricostruito, opera dopo opera, per riconquistare un luogo che non ci aspettavamo più.
L’integrità di questa distruzione-ricostruzione è forse il fulcro di questo lavoro. Laddove gli altri si perdono nei gesti e non ritrovano mai più la strada, David Abrahm dispiega meticolosamente la nostra vita quotidiana, semplicemente, senza alcuna pretesa, ma con l'ostinazione dell'interrogatorio permanente. Non so dire dove né come, ma ho la forte convinzione che ci sia qualcosa del Doganiere Rousseau in questo artista.
E visto che ci siamo, parliamo del suo ''padre ispiratore'' come dice lui stesso, Arman: "Ad ogni mia colata di resina, o quando raccolgo la terra in un sottobosco, quando scavo una montagna di componenti elettronici, o quando, lungo una ferrovia, incontro il filo spinato, penso, no, vivo Arman."
È bastato che l'attenzione degli addetti ai lavori, certo, ma anche e soprattutto dei ferventi estimatori dell'arte di qualità, si concentrasse su Abrahm. Potrete quindi trovare le sue opere nei cataloghi delle principali aste d'arte contemporanea, o nelle gallerie più informate di Parigi e Mosca, e forse anche, se avrete fortuna, in alcune collezioni private in Europa e in Asia.