
Biografia
L’aspetto visivo mi ha accompagnato sin dalla mia prima infanzia.
Originariamente l'umano e nient'altro che l'umano. Un personaggio disegnato e poi modellato, ritratti fotografici, video di duetti; tutto ruota attorno al corpo, alle sue espressioni. Allo stesso tempo, la professione mi porta a lavorare nell’ambito dell’urbanistica e a interrogarmi sempre di più sui paesaggi. Tuttavia, inciampo nella rappresentazione degli spazi. Lo stimolo è arrivato da un viaggio, grazie ai biglietti del treno conservati per la loro pittoresca calligrafia straniera. Ritagliandoli e riordinandoli, scopro che posso ricomporre i paesaggi visitati.
Non c'è bisogno di una rappresentazione esatta e realistica da trascrivere, posso fare un diagramma! Libero dalla rappresentazione, comincio a esplorare linee, tratti e ritiri, le ombre e la loro luce, per andare verso ciò che l'occhio percepisce e non ciò che vede, accostando sempre materiali recuperati qua e là; “i miei biglietti del treno”. Questi vengono poi rielaborati e fissati in una composizione in cui inserisco le mie case o barche o personaggi. È poi necessario fissare il tutto utilizzando colla e/o cucito che possono essere discreti o parte integrante del dipinto.
Ultimamente la pittura appare sempre più spesso nel mio lavoro ma l'approccio rimane lo stesso: schematizzare e integrare elementi esterni per creare, all'alba (lavoro molto presto la mattina) scene urbane o zen. A distanza di qualche anno, mi pongo regolarmente la domanda: cosa facevo prima?