
Biografia
Nato nel 1979, Babou ha iniziato a scrivere graffiti nel 1994 nel paesaggio urbano. Immerso nella cultura hip-hop e Old School parigina e newyorkese, ha realizzato i suoi primi affreschi a colori alla periferia della capitale all'inizio degli anni '95.
Nel 1998 ha formato la crew Man Town che ha riunito diverse ispirazioni e discipline ma dopo due anni di sforzi, le esigenze dei loro progetti non hanno permesso loro di raccogliere risorse sufficienti per vedere la luce agli occhi del grande pubblico. . L'artista inizia quindi un ritiro solitario.
Nel 2004 emerse con nuove tecniche e presto, appassionato di cinema, furono i supereroi a incarnare al meglio la sua voglia di azione attraverso l'arte.
In particolare Captain América, che incarna il sogno americano, la nascita della Street e della Pop Art. Giocosi e grafici, questi personaggi illustreranno perfettamente il suo desiderio di creare nuove immagini con la giovinezza.
Affascinati da Basquiat, Pollock, Bacon tanto quanto Zao Wou Ki, i suoi dipinti Pop esplodono di colore.
Nel 2006 ha organizzato la sua prima mostra a Parigi.
Questo successo lo ha motivato a tenere mostre private quasi ogni anno fino al 2016.
Durante questi 10 anni non ha mai smesso di lavorare sul suo stile e sulla sua tecnica.
2008 Anime selvagge
Supermercato 2010
Pista da ballo 2012
Shazam 2014
iDoll 2016
Un soggiorno negli Stati Uniti ispirerà il suo universo nel 2016. Nessun messaggio politico filoamericano, però, Captain América, rappresenterà gli USA per la libertà d’impresa, e per BABOU questa è l’essenza stessa dell’Arte. Troveremo nelle sue opere del 2016 questo supereroe bianco e rosso come questo artista francese.
“L’arte è universale! » I suoi personaggi davanti a voi, sguardi penetranti, portati da una plasticità studiata ma mai troppo sofisticata. BABOU è un designer ma non vuole recitare.
I suoi volti rimangono selvaggi, primitivi; ritratti veloci, quasi infantili o addirittura di animali.
Mantiene il gusto per l'incompiuto, ma il gusto per l'essenziale; il tocco nervoso, carico di affetto, fa vivere questi personaggi lasciando librare sui suoi ritratti, un personaggio spettrale e mistico che connette noi, noi umani, mortali e imperfetti.
Unendo Richard Orlinsky e il suo concetto di Selvaggio, cosmico e meditativo, il suo lavoro non richiede prospettive sempre precise, perché conta solo l'incanto: perdere se stessi e riscoprire l'animalità dell'uomo libero.
Oggi, quotidianamente, nel suo laboratorio parigino, lavora con la musica, inseparabile dal processo.
Un artista da seguire!