
Biografia
Forme di pensiero/Forme di pensiero
Nutrito dall'estetica del Rinascimento, dalla pittura astratta americana, dai primitivi italiani, ma anche dalla poesia dei filosofi atomici, il mio lavoro è costituito da fasi che si susseguono e modellano la mia traiettoria.
Sono soprattutto un artista che utilizza la materia, il colore, gli strumenti, la tela o la carta per “esprimere ciò che non può essere espresso altrimenti” (Merleau-Ponty).
Nel mio lavoro le forme devono acquisire molto rapidamente un'autonomia, un'esistenza propria. Che si tratti di pittura, disegno o volume, è la tensione tra l'idea pensata, disegnata, realizzata e le deviazioni lievi o gravi che si verificano lungo il percorso che è da tempo al centro del mio lavoro.
Una delle mie serie, “Clinamen”, si basava su questa nozione descritta da Eraclito che essenzialmente dice che una cosa non è mai se stessa ma sempre in procinto di diventare qualcosa di diverso da ciò che è.
Un pensiero fondamentalmente astratto che descrive il mondo.
Mi piace questo paradosso che alimenta il mio approccio. Ogni incidente o apparizione nel mio lavoro può essere una porta, un passaggio verso qualcos'altro, verso un evento inaspettato ricco nella sua stessa natura e che conferisce una discreta complessità alla semplicità delle mie forme.
Per me l'astrazione è molto più che non rappresentazione, è un universo di esigenze, un'immersione nei fondamenti stessi dell'arte. Qui tutto ciò che è in gioco è una storia di proporzioni e modulazioni di spazio e luce, una ricerca di equilibrio.
Questo equilibrio spesso emerge inaspettatamente, all'improvviso, in silenzio. Questo è quello che cerco, questo momento in cui la geometria diventa organica, dove il colore si fonde con la materia e le forme. Tutto allora appare semplicemente al suo posto, portando improvvisamente con sé la possibilità di un pensiero.