Simon Norfolk
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Simon Norfolk

Nigeria • 1963

Biografia

Simon Norfolk è un rinomato fotografo di paesaggi il cui lavoro negli ultimi dieci anni si è concentrato sull'esplorazione delle molteplici significati del termine "campo di battaglia". Le sue affascinanti fotografie documentano alcune delle zone di guerra e delle crisi umanitarie più pericolose al mondo, ma è altrettanto abile nel catturare i paesaggi dei supercomputer utilizzati per i sistemi militari e nei test di lancio di missili nucleari.

Nato a Lagos, Nigeria, nel 1963, Simon Norfolk ha studiato in Inghilterra, dove ha conseguito una laurea in Filosofia e Sociologia presso le università di Oxford e Bristol. Nel corso della sua carriera, Norfolk si è concentrato sulla documentazione dei paesaggi di paesi devastati dalla guerra. Le sue immagini catturano le conseguenze del genocidio e dei conflitti, offrendo agli spettatori l'opportunità di riflettere sull'impatto devastante della guerra, senza il filtro soggettivo tipico del fotogiornalismo.

Norfolk ha pubblicato tre monografie molto apprezzate: Afghanistan: Chronotopia (2002), pubblicato in cinque lingue; For Most of It I Have No Words (1998), che esplora i paesaggi segnati dal genocidio; e Bleed (2005), che documenta le conseguenze della guerra in Bosnia. Il suo lavoro è parte di importanti collezioni, tra cui il Museum of Fine Arts di Houston, la Deutsche Börse Art Collection di Francoforte e la collezione del British Council.

Nel 2011, Norfolk ha pubblicato Burke + Norfolk, un progetto di rielaborazione delle fotografie di John Burke scattate negli anni 1880 in Afghanistan, che è stato esposto alla Tate Modern di Londra, facendo di Norfolk uno dei pochi fotografi ad avere una mostra personale in questo prestigioso museo. Descritto dai critici come "il principale fotografo documentarista del nostro tempo", il lavoro di Norfolk è lodato per la sua passione, intelligenza e chiarezza politica, offrendo una prospettiva unica sui conflitti globali.

Nel corso della sua carriera, Norfolk ha ricevuto numerosi premi, tra cui l'Infinity Award del International Center of Photography (ICP) di New York nel 2004 e il Le Prix Dialogue ad Arles nel 2005. Il suo libro Bleed, pubblicato nel 2005, continua a essere riconosciuto per la sua potente rappresentazione delle conseguenze della guerra in Bosnia. Il suo lavoro è regolarmente pubblicato in importanti riviste come The New York Times Magazine e The Guardian Weekend.

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