

Stati Uniti
• 1954
Biografia
Dall'inizio degli anni '80, John Miller ha esplorato la feticizzazione dell'oggetto-merce che ha sostituito l'icona, e la perdita dell'aura dell'opera d'arte. Interessato alla standardizzazione dei beni culturali all'interno della società americana, Miller lavora per decostruire le modalità di rappresentazione della cultura di massa americana e per decodificarne gli stereotipi. Sviluppa un'analisi ironica dell'arte e dei suoi mezzi di produzione. Il lavoro di John Miller fa luce sulla società dello spettacolo e pone domande sulle questioni che l'arte oggi deve affrontare. Si concentra sull'opposizione reale/simbolico nella rappresentazione, sui passaggi arte/merce nel contesto di un'economia capitalista e sul loro impatto sullo spettatore. L'artista gioca sempre sull'ambiguità dell'apparenza e sul paradosso della realizzazione delle immagini. L'altro asse del suo approccio è orientato verso una critica radicale della nozione di autore. Fin dai suoi esordi, Miller è convinto che l'artista debba misurarsi con il suo contesto socio-politico, nonché con il corpus teorico che gli consente di ripensare le dimensioni della pratica artistica. John Miller lavora per demistificare la convinzione moderna secondo cui il lavoro artistico è immune all'alienazione. Tuttavia per lui l'oggetto estetico e l'artista diventano, come tutti i prodotti dell'economia capitalista del dopoguerra, prodotti reificati, incapaci di esprimere da soli alcun valore. Tuttavia, il lavoro di John Miller tenta di superare questa osservazione.
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