Charissa Brock
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Charissa Brock

Stati Uniti • 1971

Biografia

Lavoro principalmente con il bambù e ho dedicato la mia vita a esplorarne il potenziale come materiale artistico. Fino all'avvento di Internet, negli Stati Uniti si sapeva poco di questo materiale, nonostante fosse stato utilizzato per secoli in altre parti del mondo. Durante i miei studi universitari a Tyler, ho scoperto il bambù mentre studiavo altre strutture vegetali. Rimasi affascinato dalla struttura del bambù e cominciai a fare ricerche su come utilizzare sistemi per creare forme utilizzando questo materiale. Nel corso delle mie ricerche ho sviluppato tecniche che utilizzo ancora oggi, basate sulla creazione ripetuta di gesti semplici. Utilizzo anche tecniche tradizionali che ho imparato dagli artisti giapponesi che lavorano il bambù.

Il mio materiale mi ispira e mi spinge a continuare a imparare nuovi modi di concettualizzare ed eseguire le forme. Non vedo limiti al potenziale del bambù come materiale artistico sostenibile e lo considero uno dei materiali del futuro. La struttura fisica del bambù si presta a essere smontata e ricostruita in strutture modellate. A questi aggiungo dettagli con tecniche di cucito e vetro. Il vetro cattura o riflette la luce. I dettagli avvicinano l'osservatore e riempiono l'intero campo visivo con sfumature create dalla mano dell'uomo e dalla natura. Quando lasciano la stanza e si avventurano nel mondo, spero che ricordino che c'è bellezza nei dettagli e nei modelli, che per guardare attentamente bisogna essere presenti e che il presente è il luogo in cui la vita accade.

Il mio vocabolario tecnico è ampio e si presta alla creazione di opere sia di piccole che di grandi dimensioni. Le mie ispirazioni sono molteplici. Trascorro del tempo osservando il paesaggio e le creature che lo abitano, riflettendo su come si muovono l'aria e l'acqua e sul modello di crescita delle piante. Per trovare ispirazione, mi rivolgo anche al mondo microscopico: i modelli frattali, le diatomee e persino le strutture molecolari sono tutti fonte di ispirazione. A questa tavolozza aggiungo l'ambiente in cui sono cresciuto nel New Mexico e la passione per gli artefatti.

Un'esperienza fondamentale l'ho vissuta a Roma durante i miei studi universitari: ho visitato musei archeologici con i miei compagni di corso. Gli antichi manufatti all'interno non avevano descrizioni identificative in inglese, quindi io e i miei compagni di classe dovevamo indovinare cosa stavamo vedendo. Ognuno aveva un'idea diversa basata sulle proprie esperienze pregresse. Ho trovato questo gioco di indovinelli incredibilmente stimolante e da allora ho cercato di evocare la stessa esperienza nel mio lavoro, attingendo a più riferimenti contemporaneamente e astraendo dalle forme.

Mentre nasce un'opera d'arte, ho in mente una storia, un senso di appartenenza o un punto di riferimento. Utilizzando un'ala, una foglia, un elemento o un motivo del paesaggio, invoco una storia. Non è importante che lo spettatore traduca accuratamente i riferimenti che faccio. Voglio incoraggiare gli spettatori a cimentarsi in un gioco di indovinelli ispirato alle loro vite. Utilizzando la forma e una narrazione astratta, cerco di creare poesia visiva.

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