“Ci vuole fantasia per ricostruire un animale”
Articolo pubblicato il 8/11/2020, “Midi Libre”
-Continui a progettare le tue sculture in acciaio e recentemente ti sei rivelato un pittore di animali.
Cosa ha innescato questo cambiamento?
Negli ultimi mesi, qualcosa è scattato in me mentre guardavo un documentario in TV sugli elefanti in natura. Mostrava una matriarca che guidava la sua famiglia fermandosi per un momento davanti al cadavere di un elefante. Abbassa a lungo la testa come per riflettere e se ne va. Ogni membro della troupe fa lo stesso. Questa umanità mi ha toccato molto. Una volta mi sono ritrovato davanti ad un cucciolo di elefante, è stata una gioia perché emanava vibrazioni positive. Questi monumenti della natura dimostrano il rispetto e la tenerezza che spesso mancano al genere umano.
-Perché questo stile di pittura?
Gli animali sono destrutturati con tocchi luminosi di colore e curve in stile Stratos. Ci vuole fantasia per ricostruire l'animale. I bambini lo fanno velocemente e bene. Per gli adulti è più difficile. Questo è il mio messaggio artistico per un gran numero di individui privi di umanità.
-Dai nomi alle tue opere?
Uno solo: difendimi.
-Dipingi anche pesci. E' un altro messaggio?
Difficile rispondere perché ne abbiamo bisogno. Ma vivono in un mare terribile, pieno di rifiuti. Hanno bisogno di evolversi in un ambiente migliore. Pensiamo alle generazioni future. Attualmente la pesca sostenibile è rara.
-Che nomi dai a questi dipinti di pesci?
Solo uno come per gli elefanti, salvali.
-Stai preparando una nuova mostra…
Il primo lockdown di marzo mi ha rinvigorito e ho firmato un accordo con il comune di Perros-Guirec per un'esposizione di dodici sculture in tutta la città per un anno. Al momento sto preparando quindici nuovi dipinti per la galleria Graal di Agen-et-Moissac.
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