SPECCHI: IL POTERE DELLA RIFLESSIONE
Ogni uomo porta con sé nella sua vita uno specchio, unico e impossibile da eliminare come la sua ombra - W.H Auden
Art-Trope è lieta di presentare la sua nuova mostra intitolata "Mirrors: The Power of Reflection". Questa è una mostra collettiva che presenta il lavoro degli artisti della Art Trope Gallery in una varietà di media. Ha lo scopo di esaminare le affinità e i contrasti formali e visivi tra la nostra visione del mondo e il modo in cui siamo visti: una celebrazione della soggettività.
L'oggetto dello specchio occupa un posto importante nella narrazione della storia dell'arte. Nell'antica Roma era comune credere che l'anima di una persona fosse contenuta nel suo riflesso: infatti, il mito dello sfortunato Narciso è una testimonianza del potere percepito a quel tempo dall'immagine speculare. Nel Medioevo, lo specchio era oggetto di paura e disprezzo a causa delle sue associazioni con orgoglio e vanità, ma all'inizio dell'età moderna veniva elogiato per il suo potenziale di conoscenza di sé. Alla corte di Luigi XV a Versailles, gli specchi infondevano alla vita di corte un carattere performativo, creando “un teatro di riflessione e artificio”. Per ironia della sorte, nel XVIII secolo, lo specchio sarà utilizzato anche come agente dell'ideologia egualitaria (a causa della sua "utopia di trasparenza") che favorirà la caduta della monarchia borbonica (Jean Delumeau). Il rapporto della storia con un oggetto così sfuggente ha incoraggiato il fascino artistico nel corso dei secoli, con gli artisti che utilizzano lo specchio come dispositivo sia per il disegno dal vero che per il ritratto, e sfruttando le sue capacità di distorsione per sperimentare l'anamorfosi.
Come osserva Jean Delumeau, lo specchio ha "la capacità di riflettere e distorcere, di riprodurre e frammentare, [e] ha profondamente cambiato la nozione di spazio fisico e le idee di sé". Ma cosa significa “pensare”? Gli artisti che abbiamo la fortuna di rappresentare all'interno della Art Trope Gallery dimostrano, attraverso le loro voci artistiche complesse e profonde, che la riflessione non è una facoltà esclusiva degli specchi. Ciascuna delle opere esposte, infatti, funge a suo modo da specchio. Sia che queste opere riflettano gli sconvolgimenti della vita interiore, i desideri più profondi dell'animo umano o l'identità creativa dell'artista, ogni pezzo incoraggia la riflessione individuale. Alcuni artisti, infatti, collocano uno specchio sulla società, altri direttamente sulla natura umana o usano la loro arte come un lavoro di introspezione.
Gli specchi rappresentano la costanza: sono imparziali, incrollabili e riflettono un'immagine intoccabile di ciò che vedono davanti a loro. È il modo in cui interpretiamo quell'immagine, l'angolazione da cui scegliamo di guardarla, che può commuoverci e influenzare il modo in cui vediamo ciò che ci viene presentato. Ognuno di questi artisti ha una visione unica e particolare. Che si tratti di una fotografia, un dipinto o una scultura, queste opere riflettono le circostanze della loro concezione, trasformando questi elementi attraverso la visione della loro creatività.
Mentre iniziamo un nuovo anno e contempliamo la vita con una persistente pandemia che ha attaccato la nostra popolazione in modo così violento e implacabile, il tempo di isolamento che ne è derivato ha incoraggiato l’introspezione e l’esplorazione delle complessità della nostra unicità. Non potrebbe esserci momento più rilevante per riflettere attraverso le opere più contemplative dei nostri artisti con:
Antoine Buttafoghi / Harry Ergott / Alain Le Chapelier / Mireille Lopez / Bruno Palisson / Florence Sartori / Nathan Soulez-Larivière / Charles Weber
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