Una doppia oscillazione, un viaggio che va da un estremo all'altro tra due significati contraddittori che tendono e tirano allo stesso tempo: abitare l'assurdità della vita e della morte, dell'amore e dell'odio, del puro e dello sporco, del bello e del orribile, familiare e sinistro.
In questo gioco di polarità in cui ci annidiamo, passiamo attraverso sensi che colpiscono, schiacciano, angosciano così come in sensi che alleviano, che orientano la nostra esistenza. Ci troviamo in una contemporaneità piena di incongruenze, cerchiamo il sovvertimento delle nostre credenze e conoscenze più radicate e mettiamo in discussione la capacità di svelare domande profonde riguardanti la natura dello spirito umano e la sua importanza nella storia del nostro pensiero... Costituiti come rifiuto della doxa, Paradosso è questa espressione che riunisce “due idee opposte e apparentemente inconciliabili”.
Termine questo che potrebbe ridursi a un momento di conflitto nel nostro transito verso il significato o a un semplice divertimento intellettuale ma che persiste non solo nel linguaggio e nel pensiero ma anche in molti ambiti dell'arte e della nostra vita quotidiana. Mentre per il pensatore Emmanuel Kant i paradossi o le antinomie nascono da una serie di contraddizioni sviluppate dalla ragione quando cerca di esplorare le proprietà dell'Idea del mondo, per il teorico francese Gilles Deleuze tali entità sono la legittima esperienza del pensiero (delition ) e la dimensione fondante dell'esperienza del linguaggio (significato).
In questa configurazione, “Paradox”, la nuova mostra alla GALERIA AZUR MADRID mira a mostrare i limiti dell'esperienza possibile e dell'esercizio della ragione proposti da Kant per presentare l'inconscio come una forza che sfugge ai giudizi e alle rappresentazioni della coscienza e per questo la ragione ci consente di pensare il nuovo e il diverso nei termini di Deleuze, mentre indaga i molteplici apprezzamenti dell'espressione per spiegare un pensiero apparentemente più sottile e complesso.
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