“L'artista sta lavorando qui su una serie di #.
Utilizzando la striscia stessa del tag e dei graffiti la cui essenza storica è quella di avere un'espansione “virale” su tutti i muri delle grandi città, Leo Mordac qui gioca con l'# e quindi con una possibile diffusione da parte del semplice passante che fotografa la sua opera . L'opera quindi condivisa diventa automaticamente un'opera ampiamente distribuita. Dice lui stesso, spiegando il suo approccio: “Graffiti e tag convivono da sempre su tutti i tipi di supporti materici.
Oggi, l’onnipresenza degli hashtag sui social network ripete virtualmente questa stessa pratica. Ma chi si è accorto davvero del legame tra i tag sui muri reali e gli hashtag sui muri virtuali? Volere lasciare un segno sui muri delle città o assicurarsi un certo pubblico sui muri di Facebook, Instagram o Twitter, non contribuisce alla stessa intenzione? Ora, l’estensione dell’effimero hashtag alla realtà e alla sua seconda vita virtuale ed eterna, permette di confondere la questione ed allargare il campo di gioco…”
- Valériane Mondot, esperta di graffiti
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