Terza parte delle esplorazioni Hors Cadre del duo parigino Evrard & Koch, che mettono in discussione la rappresentazione classica della pittura. A metà tra architettura, pittura e scultura; le loro opere sfidano la nozione di confine: a seconda della luce, del posizionamento o dell'ora del giorno, i giochi di ombre e le potenti rifrazioni dei pigmenti sulle pareti modificano il modo di comprendere l'opera.
Nella prima mostra (Hors Cadre #1, 2015), il rettangolo bianco, simbolo della tela bianca, era fratturato, piegato, per invitare l'esterno della telecamera a svolgere il ruolo principale.
Per il secondo (Hors Cadre #2, 2016) le strutture si sono separate e i vuoti hanno aperto prospettive inaspettate.
Questa terza mostra segna una rottura netta con l'idea classica del dipinto su parete: quasi senza più angoli, opere che si dividono in numerosi elementi e che investono più spazio in volume. L'elemento chiave di questa mostra è la curva. Collega tutti gli elementi in un insieme coerente e accattivante... eppure sempre sfuggente.
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