Alberonero (Luca Boffi - Lodi, 1991) lavora con forme minimali, essenziali e sintetiche, riducendo gli elementi del linguaggio visivo a composizioni geometriche. Grazie all'unione tra i suoi studi di architettura e l'esperienza acquisita direttamente su progetti di arte urbana, Alberonero offre un'originale lettura dello spazio attraverso il colore; definisce una nuova estetica, enfatizzando l'impatto emotivo ed energetico che le interazioni cromatiche hanno sullo spettatore.
Le opere esposte in "As Much as the Eye Can See" rappresentano la produzione più recente dell'artista, realizzata dopo un lungo periodo trascorso in Argentina, confrontandosi con paesaggi sconfinati, una natura spettacolare e incontaminata, ma anche con un'architettura precaria, dove il brutalismo lo stile e la disposizione quotidiana si alternano costantemente.
Questi paesaggi urbani e naturalistici incontrati lungo il suo percorso sono simbolicamente rappresentati nei colori delle grandi opere su tela realizzate per la mostra, così come nell'installazione, composta da materiali poveri come quelli visti e raccolti lungo il percorso. Rappresentano sia un'esperienza spirituale che una testimonianza chiara e concreta della vita difficile e complessa delle persone che l'Albereronero ha incontrato.
La curiosità visiva di Alberonero è vorace, e si spinge lontano, dove l'occhio lo permette, traducendo ciò che lo circonda e la sensazione che esso vada alla deriva in forme geometriche regolari. Sfondi perfetti di colore, legno, vetro, metallo e tessuto vengono sapientemente utilizzati per stabilire un rapporto completamente nuovo tra lo spettatore e l'opera d'arte.
La ricerca astratta di Alberonero, infatti, vuole creare un legame con le esperienze soggettive dello spettatore, determinate da immagini residue, illusioni, deja vu, a cui ogni osservatore reagisce in modo diverso e automatico.
Alberonero vuole quindi studiare le nostre percezioni visive, estese là dove lo sguardo ci permette di arrivare, concentrandosi su volumi, contrasti e movimenti. L'intero paesaggio emotivo e formale viene tradotto nei colori, linguaggio centrale del lavoro dell'artista. Il canone cromatico diventa così il suo mezzo per rappresentare questo momento visibile e statico. Gli accostamenti cromatici delle opere sono sinonimo di visibile e le interazioni dei singoli colori stabiliscono le possibili variabili della trasformazione del paesaggio nel tempo.
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