Algeria
• 1966
Biografia
Artista algerino della Cabilia nato ad Algeri, Kamel Yahiaoui si definisce volentieri un "artista africano" della condizione umana, vicino alle problematiche che i creatori di questo continente possono incontrare: la memoria, l'identità postcoloniale, il razzismo, la dominazione, la giustizia, l'esilio. “Africano”, come diremmo “Umano”… Kamel Yahiaoui è uno dei più grandi, riconosciuto a livello internazionale da un decennio e che ha esposto accanto a: Reyberolles o Ernest Pignon-Ernest, ma anche Barthélémy Toguo, Soly Cissé, Bruce Clarke (“Uomini senza storia?”, Musée des Arts Derniers, 2006), Kader Attia, Samuel Fosso e Yazid Oulab (“L’Africa altrimenti”, 2010). È attraverso il loro materiale che entriamo direttamente nelle sculture-pitture di Kamel Yahiaoui: materiale che sembra sbiadire, affievolirsi, quasi scomparire. Le opere di Kamel Yahiaoui sono come delle persistenze retiniche, tracce lasciate su supporti diversi (tele, oggetti vari) da esseri, spesso defunti. Tra apparizione e scomparsa, come vecchie fotografie, le sue opere sono state aggredite dalla luce, punto per punto. L'amore sembra persistere nel lasciare una traccia, per quanto tenue, al di là e nonostante i drammi che possiamo immaginare. Questo tesoro è preservato, nonostante le ingiurie del tempo, i massacri, le dittature. Protesta d'amore, di vita. Vocabolario considerato oggi “obsoleto”: Giustizia, Politica, Libertà.
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