Francia
Biografia
Fin dalla loro prima mostra a Zurigo nel 2012, Robin Bucher e Patrick Csajko hanno proposto un lavoro intrigante che ci invita a esplorare - tra umorismo e poesia - il loro desiderio di trasformare la realtà e le sue forme. Robin Bucher (*1983, Versailles) e Patrick Csajko (*1983, Strasburgo) si sono conosciuti alla Scuola di Fotografia di Vevey, dove si sono diplomati nel 2007. Lanciati come fotografi indipendenti, hanno intrapreso una carriera nella fotografia pubblicitaria – e la storia avrebbe potuto finire Là. Qualcosa, però, non smette mai di agire su di loro: l'immagine stampata dietro la persiana non basta più, chiede di crescere, di fuggire, si metamorfosa e chiede di dispiegarsi nello spazio. Nel 2012, come duo, hanno iniziato un lavoro artistico incentrato sull'anamorfosi, quest'arte di deformazione reversibile di un'immagine utilizzando un sistema ottico come uno specchio. Sperimentano dal vasto campo di gioco dell'immagine che emerge, prende forma, esplode, cattura lo sguardo per meglio affermarsi, facendo riferimento sia a Markus Raetz che a Raymond Devos. Le parole così come le immagini si rivelano le forze motrici creative dietro sculture e installazioni che hanno tutte una cosa in comune: l'uso dell'anamorfosi. Il gioco di parole – che si basa tra l’altro su omonimia, omofonia, incomprensioni – si traduce in Bucher / Csajko in immagini abilmente messe in scena, in un imbroglio visivo dominato, con un esito imminente. Il gioco dello sguardo, dove risuona la definizione seminale di anamorfosi di Baltrušaitis come distruzione per un restauro, una poetica dell'astrazione, si pratica sulla scacchiera dell'occhio che vaga e poi si meraviglia ridendo di ritrovare l'immagine perduta, grazie al perpetuo movimento.
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