

Biografia
Nato nel 1963, Frédéric Fontenoy ha lavorato fin dalle sue prime serie sulla rappresentazione del corpo, considerando il gesto fotografico come un approccio artistico a sé stante. Da “Métamorphose” del 1988, gioca con il riferimento alla realtà legata a questo mezzo, e fa volentieri riferimento alle distorsioni di André Kertesz e a “L'anatomia dell'immagine” di Hans Bellmer.
È nel 2006 che inizia un'opera di fantasia che unisce, in scene intime, la storia delle avanguardie artistiche e politiche della prima metà del XX secolo con un erotismo tanto sottile quanto potente. Riconosciamo, tra i simboli utilizzati da Frédéric Fontenoy, evocazioni della Seconda Guerra Mondiale, così come una serie di citazioni di opere surrealiste: lo spazio della fotografia è così inscritto in tempi simultanei e fa appello all'inconscio collettivo.
Il punto principale di queste “scene in camera oscura”: il fotografo è anche, nell'inquadratura, l'unico personaggio maschile. Grande organizzatore di questi allestimenti, questo sosia diabolicamente fantasioso e perverso sembra voler restituire la follia alla sua espressione più ambiziosa, che è l'Arte. Lo spazio della fotografia, a volte moltiplicato in superficie, si moltiplica anche in profondità, e questo duplice rapporto del fotografo con il suo soggetto non è l'ultimo dei suoi giochi di specchi. Dispositivo ottico, la stanza di Frédéric Fontenoy è uno spazio mentale che ne contiene molti altri...
Fontenoy ha partecipato a mostre collettive e fiere d'arte contemporanea. Ha anche presentato il suo lavoro in mostre a Parigi, Arles, Barcellona, Madrid, Milano, Budapest, Bruxelles, Berlino, Knokke, Lubiana, Londra, Shanghai...
Nationalità
Temi