
Belgio
• 1968
Biografia
La fotografa realizza le sue opere manipolando i pixel uno per uno perché secondo lei: “ognuno di essi contiene una parte essenziale di verità”. È particolarmente dedita a mettere in discussione i temi ricorrenti delle false simmetrie, impressioni surreali di una realtà sfocata ma visibile, tante sensazioni di specchi contorti, di una percezione bifronte che mostra sia il passato che il futuro attraverso l'oculare. Il grande pilastro della sua arte riguarda i riflessi dell'acqua, con la loro parte simbolica di fertilità, femminilità, fluidità, ciò che lei chiama graziosamente "MIDMVV": il mondo immaginario della mia vita reale. I nomi di queste immagini portano già in sé l'esigenza di poesia del loro autore: "Piove lune", "Alla fine"... Come nella vita, Mireille Roobaert trasforma la realtà che essa stessa l'ha trasformata, fuori dai sentieri battuti, e unisce o si oppone , a seconda, di due stesse cose diverse. Appartiene alla generazione cinematografica, ma Photoshop è il suo strumento. Già prima della comparsa della tecnologia digitale, in camera oscura, gioca con la fotografia sperimentale, mescolando forme e materiali. Oggi, grazie ai computer, l'artista può andare molto oltre. In un singolo pixel, integra una moltitudine di informazioni. Ci sono messaggi nascosti nei suoi pixel, come in ogni atomo di vita. La tecnologia informatica le offre una libertà infinita sulla punta del suo stilo, e lei scolpisce l'immagine, modella il messaggio. Ogni posto vuoto la ispira e lei lo riempie di significato. Così, riempiendo i suoi spazi di grafica e colori, Mireille mette in discussione ciò che abita il vuoto.
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