

Biografia
David Huet è nato a Le Havre, nel 1968. Dopo un BTS in estetica industriale (design) ottenuto alla scuola Olivier de Serre (Parigi) e dieci anni di esperienza come designer, a Parigi e Lione. Decide di dedicarsi alla pittura, come professionista nel 2003, per vivere la sua prima passione.
Ha ricevuto lezioni da professori come Jean Michel Alberola, un pittore riconosciuto del movimento Figuration Libre e Patrice Blanchard, un professore di arti visive e storia dell'arte che è un'autorità per il suo insegnamento esemplare.
I suoi esordi sono segnati da uno stile figurativo in cui vengono affrontati due temi principali legati all'Africa e al jazzista John Coltrane.
Queste tavole mostrano la rappresentazione di rebus semantici o visioni allegoriche. Sono, per la maggior parte, portatori di messaggi più o meno decifrabili. Il pubblico si confronta quindi con un significato sconosciuto, che conferisce ai dipinti un significato misterioso.
Al museo del priorato di Harfleur nel 2006, nella sua mostra intitolata “Everyday Space”, David Huet affronta nuovi temi come la televisione, il gioco, il consumo, in dipinti che, in alcuni casi, tendono al simbolismo astratto.
Apparirà quindi un nuovo stile.
“In tutto ciò che produco, lo stile del dipinto è al servizio dell'idea finale che detta la sua legge” afferma David Huet.
Nella maggior parte dei casi, le opere mostrano l'interesse dell'artista per composizioni accademiche, organizzate da una rete di linee di costruzione, nonché da un gioco di colori applicati in piano o pennellati con un gesto controllato.
Siamo in presenza di edifici pittorici governati dal desiderio di coniugare forma, disegno e colore per costituire un quadro “architettonico” dettato dall'intuizione e dal simbolismo personale del pittore.
I molteplici segni (pittogrammi, numeri, lettere, croci) che scandiscono l'opera non hanno solo una valenza visiva. Sono considerate dall'autore come altrettante strade che conducono alla decifrazione del significato del dipinto che racchiude messaggi ed enigmi presi in prestito da un umorismo spesso corrosivo.
La lettura delle tabelle è quindi simile a quella delle carte geografiche disseminate di sigle e leggende. Detto questo i territori descritti non hanno nulla di reale. Sono le visioni personali prodotte da un artista che considera la pittura come un laboratorio di ricerca.