

Biografia
All'età di 20 anni, Julien Mothes ha ricevuto per un anno una formazione tradizionale dal curatore Andréric Berthonneau della galleria NoMuseuM, ContemporaryArtGallery. Attraverso il suo maestro d'arte ha appreso i codici dell'arte contemporanea e della curatela di mostre.
Durante questo anno di apprendimento sono stati realizzati diversi eventi: BacktoBlack, Le Bal e la sulfurea mostra Holocost Of Love, “Solo l'amore non conta le sue morti”. Molto presto la produzione divenne evidente per J.Mothes, in particolare attraverso la stesura dell'opera “La cultura dell'individuo”, una scultura che implementa le scritte codificate in fasi ed evidenziate in modo contemplativo. Come una sorta di memoriale di ciò che l'artista avrebbe potuto essere senza gli eccessi degli stati alterati di coscienza del passato.
Con l'ambizione di sviluppare le sue opere attorno alla tecnologia digitale, Julien Mothes ha creato il concetto Banan'Art Spit in collaborazione con gli studenti di Esmi e LIMA che si esibiscono a Sherlock Holmes e Iboat su software dedicato alla pittura digitale.
La mostra After Network che segue è l'avvio di una riflessione sulla tecnologia digitale, ma soprattutto tenta di rispondere a una domanda: “Come materializzare le opere immateriali? ". Il curatore della mostra ha messo in luce l'era post-digitale, l'idea che influencer e attori del mondo digitale abbiano un posto nella produzione artistica, ma soprattutto come riconoscere queste opere come parte di una categoria a sé stante.
La video installazione “Lucarne” esposta all'Iboat imprigiona uno schermo che spinge lo spettatore a ritrovarsi in un'intimità che lo esclude da ogni riferimento spaziale, in un certo senso è a sua volta smaterializzato.
Qualche tempo dopo una collaborazione con la Galleria NoMuseuM, ContemporaryArtGallery, il collettivo After.Plastics.Organization interviene su uno schermo proiettato dalla Barca, con la semplice istruzione “Jump To The Rivers…”. La videoinstallazione, con il suo lato ipnotico, provoca i partecipanti ma soprattutto mette in guardia sulle sparizioni di giovani nella Garonna.
ReDesign Boxon invita After.Plastics.Organization a riciclare i vecchi vinili dell'etichetta e trasformarli in un'opera Julien Mothes & A.Berthonneau per rispondere a questo invito a presentare progetti hanno deciso di evidenziare il lato mortuario e sacrificale del vinile nel tempo piuttosto che nella materia. Da qui la scelta logica di prendere un vaso Newton di fabbricazione inglese, riprodurlo in plastica nera, e riporvi sopra i vinili come ceneri mortuarie in una sorta di omaggio: L'“Urna Funeraria” di un'epoca, di un periodo della storia.
Julien Mothes ha avuto anche l'opportunità di affermarsi nel campo musicale al “Baraka”, uno spazio di creazione alternativo ed effimero a Bordeaux, durante diversi eventi che hanno riunito i membri di Ableton User.
Essendo il digitale uno dei punti più alti del lavoro dell'artista, una scuola di UI/UX Design è stata una scelta ovvia per perfezionare le sue capacità tecniche nel mezzo. Il suo pregiudizio è vedere il web come un mezzo separato, ma che ha il diritto di esistere. Questo desiderio di materializzare l'irreale è un'ossessione per l'artista, anche se lo schermo, il video, il web sono un altro pregiudizio interessante da sviluppare. A completare la produzione sono venuti dipinti tradizionali, ma con l'obiettivo di essere digitalizzati, modificati con una composizione intrinsecamente diversa dall'originale.
L'incontro con Eik Shi, ex diplomato dell'Accademia di Belle Arti, si è concretizzato nella realizzazione della mostra Hansel Draw presso il BX Laboratory. Per noi il processo artistico, di per sé complesso, è definito dalla nostra visione del caso. Una volta definita l'opera principale (installazione di un mazzo di carte completo), le altre opere stesse nascono da questa nozione di casualità, ma segmentate da disegni (cartomanzia). Essendo il mezzo del gioco di carte intriso di una nozione di casualità per impostazione predefinita, la creazione di opere aggiuntive consente una seconda rilettura dell'opera stessa. Abbiamo portato alcune mappe in giro per il mondo attraverso un lavoro partecipativo (luoghi di partenza: aeroporto), facendo ancora una volta appello al concetto di casualità.
La mostra è stata allestita in maniera performativa: Draw, bendato e non avendo idea dello svolgimento della mostra, ha avviato in modo casuale l'esposizione delle opere, offrendo al pubblico una scoperta ritmata di cosa potesse essere una manifestazione artistica. e il suono del caso.
La scrittura non ha mai abbandonato Julien Mothes, è in fase di rilettura un libro di poesie d'artista, la scelta dell'edizione è da definire, da meditare per coerenza artistica (Web, digitale, cartacea.)