Sonia Hivert
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Sonia Hivert

Francia • 1979

Biografia

Utilizzando una tecnica di proiezione di inchiostri diluiti sulla carta, alcuni lavori creano forme che delineo, segno, accentuo e riempio. Tutto inizia per caso, poi vedo quello che voglio vedere. Un altro occhio avrebbe probabilmente visto qualcos'altro, come quando osserviamo le nuvole e immaginiamo come potrebbero apparire, o quando ci soffermiamo sui famosi esercizi utilizzati in psicoanalisi. È una tecnica che crea dipendenza e mi dà molta libertà. Macchine desideranti Non l'uomo come re della creazione, bensì colui che è toccato dalla vita profonda di tutte le forme o di tutti i generi, che è responsabile delle stelle e perfino degli animali, e che non cessa di collegare una macchina organica a una macchina energetica, un albero nel suo corpo, un seno nella sua bocca, il sole nel suo culo: eterno custode delle macchine dell'universo. - Gilles Deleuze e Félix Guattari, L'Anti-Edipo, p. 11. Il mondo dell'artista Sonia Hivert ricorda quello del pittore e illustratore tedesco-americano Richard Lindner. Come lui, Hivert dipinge o disegna con colori sgargianti e uno stile psichedelico e falsamente ingenuo le mille e una metamorfosi che colpiscono l'uomo postmoderno. A volte concentrandosi sulla complessità meccanica dell'universo in cui quest'uomo è intrappolato - chiamato da Hivert "la persona-bolla" - a volte sul suo corpo (senza organi) e sulle sue fantasie - chiamato da Hivert i suoi "divagazioni" - le sue produzioni si dividono in tre categorie principali: la categoria delle opere che rappresentano "persone-organo", come nei suoi grandi dipinti, la categoria delle "persone-energia", come nelle sue serie di inchiostri, e la categoria delle opere che rappresentano "persone-fantasia", come nelle sue serie di schizzi. Ma prima di passare più specificamente all'analisi di queste tre serie che compongono l'opera di Hivert, è opportuno iniziare descrivendo la natura delle sue bolle caratteriali. Perché sono proprio questi personaggi, privi di identità se non quella del loro genere (maschile o femminile), a custodire il segreto che le produzioni di Hivert esplorano su tre livelli. Corpi senza bocca (per succhiare), senza occhi (per immaginare), senza orecchie (per ascoltare e parlare), senza ano (per defecare), questi personaggi sono esseri che non avrebbero mai potuto nascere e che, per il loro carattere liscio e generico, si collocano a metà strada tra il proteo (capace di assumere tutte le forme) e il feto, le cui capacità di metamorfosi sono costantemente ridotte dall'effetto prodotto su di lui dal mondo in cui vive e dall'educazione che riceve. Potremmo quindi dire che le bolle personali di Hivert rappresentano, in modo semplice e perfetto, l'oscillazione costante che investe la "natura" dell'uomo postmoderno, vale a dire il fatto che egli è, allo stesso tempo, prodotto della natura e prodotto dell'industria umana. In quanto prodotto dell’industria umana, le perso-bolle sono “perso-organi” capaci di connettersi ai flussi sociali che li attraggono, come nel caso della sua serie Peintures; in quanto prodotto della natura, sono “energie personali” che tendono a dissolversi nei flussi stessi che le formano e le compongono, come nel caso della serie Encres; e, infine, come congiunzione di questi due ordini, sono "personalità fantastiche" capaci di generare un proprio simbolismo, come nel caso della serie Divagations. Nella sua serie Peintures, ad esempio, Hivert esplora le complesse relazioni che uniscono le perso-bolle come "perso-organi" con le "macchine sociali" (siano esse religiose, sessuali, spirituali o metafisiche) che dovrebbero garantire la loro stabile identità. Al contrario, nella sua serie Encres, decostruisce queste identità confrontandole con l'azione di una forza caotica e decodificata (la forza della macchia di colore). E, infine, nella sua serie Divagations, ci proietta nell'inconscio di queste creature, tese tra l'ordine dell'organo e la dissoluzione dell'energia, per mostrarci meglio, con straordinaria inventiva, l'infinita ricchezza delle fantasie che ne costituiscono la base. Come un alchimista, Hivert ci invita a meditare da un punto di vista essoterico (con i suoi "organi-macchine") sul postcapitalismo schizofrenico descritto da Deleuze e Guattari nell'Anti-Edipo, e da un punto di vista esoterico (con le sue "macchine energetiche" e le sue "macchine fantastiche") sull'immagine dell'uomo moderno che, come profetizzava Michel Foucault alla fine de Le parole e le cose, scomparirà presto, come un disegno sulla sabbia... - Frédéric-Charles Baitinger
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