Jean-Paul Réti
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Jean-Paul Réti

Francia • 1946

Biografia

Jean-Paul Réti è considerato nella scultura il pioniere della “Terra vista dal cielo”. Lo testimoniano le sue prime grandi opere esposte a Parigi nel 1975 alla Beaux-Arts e a Roma nel 1982, poi negli Stati Uniti e in Giappone. Un premio lo ha portato a Villa Medici, un Fulbright negli Usa, un altro in Giappone. I suoi pezzi sono in Italia, Stati Uniti, Germania, Giappone e ovviamente Francia. (François Pinault, Samuel Hoi, Pascal Bonafoux, ecc.) È interessato alla “radice” delle cose e la esprime attraverso opere per metà pittoriche e per metà scultoree, spesso con temi urbani. Da allora e senza interruzione, ha costruito opere, molto spesso murali, in cui sono associati volumi e ombre proiettate. La combinazione dei due è vista dallo spettatore come se fosse in volo. Il desiderio dello scultore è di suggerirci che nel nostro spazio reale non esiste “né alto né basso” (1). L'orizzonte sfuma, poiché questo scultore ci fa osservare la Terra così com'è: un oggetto che evolve nello spazio senza i nostri rassicuranti punti di riferimento come la linea dell'orizzonte, la verticale o l'orizzontale. Questi pannelli a parete sono campioni di pavimento. Anche appesi alle pareti capiamo che si tratta di terra, poiché questi pannelli portano segni riconoscibili; un albero, un'architettura, perfino un seminterrato. Anche le rare sculture poste a terra riflettono questa visione. Come il pezzo intitolato: “Ecritoire, tavolo magnetico” (Omaggio a Edward Hopper). Jean-Paul Réti pone l'osservatore (e se stesso) virtualmente “al di sopra” della situazione osservata. Questo modo di vedere e mostrare è probabilmente legato a due momenti significativi della sua infanzia. Giovanissimo – racconta – ha potuto osservare, grazie al microscopio del padre, un mondo “visto dall'alto” attraverso l'ottica, ma anche un mondo nascosto. Poi sono arrivate le prime foto della Terra, rotonda e intera, nel suo vero senso, vista dai satelliti. (2) Queste immagini micro o macroscopiche cambiano il modo in cui guardiamo il suolo, una visione inversa per alcuni, naturale per altri. Dimostrarlo come evidenza è la strada scelta da Reti. (1) Giordano Bruno nel XVII secolo dimostrò che la Terra fluttua nello spazio infinito, “senza cima né fondo” e non è il centro dell'Universo. Questa affermazione lo ha portato al rogo… (2) “Lo scopo dell’arte non è solo la soddisfazione di bisogni personali, e nemmeno la rappresentazione di idee filosofiche o religiose, ma anche la creazione di un mondo sintetico e coerente con se stesso attraverso immagini che raccontarci qualcosa sull'Universo, sulla natura, sull'uomo e sull'artista stesso. » (Edouard O. Wilson, “L’unità della conoscenza”)
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