Eric Michel
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Eric Michel

Francia • 1962

Biografia

Artista multimediale francese, Eric Michel vive e lavora a Parigi dopo diversi anni a Tokyo e poi a Roma. "Il lavoro di Eric Michel viene compreso attraverso strati successivi di sensazioni. Perché se l'arte concettuale attraversa la sua opera, rimane intimamente legata al dominio del sentimento. La sua ricerca per l'immateriale non è una pura astrazione. Ogni installazione è un modo per sperimentarlo. L'artista mette in discussione il nostro rapporto con la realtà, giocando sul confine tra materiale e immateriale, come un intermediario, un “trasmettitore”, nelle sue parole ben consapevole dell'inaccessibilità dell'obiettivo che si è prefissato, solo l'esplorazione ha la precedenza sulla finalità, a differenza del carismatico Yves Klein con cui ci ha offerto le "ceneri della sua arte". Innanzitutto ci sorprende la dimensione tattile del suo lavoro e a questo effetto puramente fisico, un'emozione, una risonanza, si aggiunge questa sensazione di "toccare con gli occhi". interni La fonte luminosa che illumina, che rivela – questione ricorrente nella storia dell'arte – diventa soggetto a sé e trova nei colori monocromi e fluorescenti la sua forza magnetica. Lungi dal rivelare un universo igienizzato, le luci al neon e i pigmenti puri, ereditati dall'estetica degli anni Settanta, creano un'atmosfera neutra e trascendentale. Questo “bagno luminoso” conferisce allo spazio una dimensione completamente diversa e alimenta l’ambivalenza tra fascinazione e ritiro. L'artista destabilizza la nostra percezione e riesce a creare “stati visivi particolari” come ha detto Donald Judd di Dan Flavin. La materialità della luce ci assorbe al punto da immergerci in un'immersione profonda favorevole alla meditazione. Questo stesso fenomeno di impregnazione che James Turrell attua nelle sue installazioni. Anche qui rifiutiamo ogni pathos. Nessuna visualizzazione di un sentimento, per non parlare di un sé interiore. Il soggetto viene evacuato a favore dell'effetto. Eric Michel ci invita a sperimentare la Profondità; ma cos'è la Profondità se non qualcosa di ineffabile?" Rébecca François Storica dell'arte contemporanea Assistente curatrice della mostra, Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Nizza Le Passeur Amo la luce È il veicolo privilegiato della mia sensibilità, del mio lavoro. Scorre nel fiume della nostra vita, irradia il nostro universo. La luce ha l'unicità di essere entrambe naturali. corpuscolare e ondulatorio, materiale e immateriale, e per me l'artista deve essere un canale, proprio dal materiale all'immateriale, dal reale all'immaginario, fino all'impegno puro, come la scelta della luce come vettore di le sue proposte. La luce come mezzo, dunque, ma perché non come scopo, la luce non si è imposta? A volte Eric Michel, Roma 2007.
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