Jessie Bensimon
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  • Movimenti

Jessie Bensimon

Francia • 2018

Biografia

- Istituto d'Arte e di Archeologia, Parigi IV, 1980 - SACI, Studio Art Center International (Jules Maïdoff) Atelier Roberto Ciabani, Firenze, Italia, 1981 - Atelier 63 (Joëlle Serve), Parigi, 1981 - ENSBA de Paris, laboratori di incisione ( Jean-Marie Granier), litografia (Abraham Hadad), disegno (C.Gilli), scultura (Etienne Martin, Maurice Calka), 1981-1985 - Ottawa School of Art, scultura a taglio diretto (John Salder), Canada, 1991 - Laboratori di gioielleria, Parigi (Anne Boline, Payandeh Djahan), 1999-2004 La storia dell'arte e poi la filosofia mi hanno portato a la certezza che solo il passaggio all'atto creativo poteva guidarmi verso questa ricerca. Parto quindi verso la luce tutta platonica del Rinascimento italiano a Firenze, dove il soggiorno nelle botteghe di Roberto Ciabani e Jules Maïdoff mi regala un'immersione totale e una disconnessione dall'approccio universitario. Dopo questa esperienza iniziatica sono ritornato in Francia e ho continuato i miei studi artistici alla Beaux-Arts di Parigi in scultura e incisione, poi ad Ottawa in Canada nell'intaglio diretto. Da sempre artista polidisciplinare, durante la mia carriera ho utilizzato argilla, marmo e diversi materiali compositi tra cui minerali in ceramica, gioielli e sculture. La macrofotografia mi è spesso servita anche come strumento di indagine e rivelatore degli infiniti universi che sfuggono al nostro occhio. Dal 2008, la scoperta della tela metallica, della sua leggerezza e trasparenza mi hanno permesso di sviluppare installazioni rivelate dai giochi di luce naturale nell'ambito di percorsi artistici ambientali. Questo stesso materiale lavorato come un'organza offre, attraverso un'illuminazione specifica, sviluppi dinamici di cui la curva è il principio. Il movimento e la luce lo rivelano. Queste composizioni appaiono come mobili sospesi o sagome che vagano per le pareti di uno spazio come farebbe un insieme coreografico e in movimento che prende possesso di un luogo. Queste opere parlano della femminilità del movimento, della sua sensuale contorsione alla carezza della luce. Sono entrambe chimere che si dispiegano nell'aria e meduse che giocano con i flussi dell'oceano. Il loro linguaggio barocco ruota attorno alla spirale e all'infinito. Coreografie serpentine, chiacchiere, corrispondenze, respiri...
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