Jacques Pelissier
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Jacques Pelissier

Francia • 1967

Biografia

Jacques Pelissier è un pittore francese nato nel 1967. Decise di fare l'artista quando, a sedici anni, si imbatté in un opuscolo che elogiava la formazione dell'Ecole Supérieure d'Art Graphique, il tipo di scuola che Nizza non aveva, ma che sognava segretamente. Suo padre, ingegnere, e sua madre, farmacista, lo incoraggiarono e lo trasferirono a Parigi. L'apprendimento dell'illustrazione e della creazione di poster affascina Jacques Pelissier, ma dal secondo anno di scuola prende coscienza dei limiti di questa professione. Non vuole un tema imposto, nessun registro degli ordini, nessun capo... Decide quindi di dipingere e nient'altro. Ritornò a Nizza, si laureò, aprì il suo studio con i suoi genitori e non ebbe più insegnanti dei pittori che ammirava, Van Gogh, Robert Ryman, Philip Guston… La sua ricerca si concentrò sul tema della pittura. Compra tele e colori; prova l'olio e i pastelli a olio; varia i supporti, giornale, cartone, legno... Nessuna figurazione, nessun modello, solo materiale e un supporto per esporlo. Per quattro anni lavorò senza mostrare nulla, senza frequentare nessun artista o scuola, limitandosi a divorare libri sui pittori che ammirava. Scoprì che Jasper Johns lavorava con l'encausto, così inventò una miscela di cera d'api e pastello a olio per creare una materia ancora e ancora, ma questa volta punteggiava le superfici con alcune rappresentazioni, oggetti della vita quotidiana, una brioche, volti, quelle delle belle donne di Fayoum. Compie i suoi viaggi nello spazio e nel tempo con gli artisti che sono i suoi modelli. Nizza e l'Ariège della sua infanzia gli bastavano. Non sente il bisogno di viaggiare per esplorare il mondo che gli evocano pittori, Picasso, Basquiat, Bacon, scrittori, Beckett, Faulkner. Nel 1997 si sentiva pronto. La galleria Lola Gassin viene a vedere il suo studio e gli propone subito una mostra personale. Lo shock avviene nel momento in cui vede i suoi quadri appesi. Per la prima volta ha una prospettiva sul suo lavoro. Su una superficie ricca di materia, risultato di una sapiente alchimia di cera e pastelli a olio riscaldati con il ferro, in variazioni di grigio, inscrive alcuni motivi, una figurazione piuttosto disordinata... In fondo, la figurazione non conta, lui incontra il pubblico e si sente a suo agio. Senza dubbio ha trovato la sua strada.
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