
Biografia
Laëtitia Deschamps è un'artista nata a Troyes e ora residente ad Angers. Sensibile all'arte e alla poesia, decide di intraprendere gli studi in Arti Visive, che le permettono di comprendere diversi mezzi: fotografia, scultura, pittura e ceramica. La sua pratica richiede a
che ruota intorno al 2014, quando decide di dedicarsi attivamente alla creazione di una serie di figure ibride. Immagini potenti e terribili dove miti e mostri si incontrano.
I dipinti di Laëtitia Deschamps sono a 10.000 leghe da delicati, eleganti o aggraziati. Li apprezziamo mentre tremiamo davanti a vette scoscese o montagne maestose. Pieni di spigoli, ci conducono verso i nostri abissi interiori. Sono il teatro di deliziose paure, di amori divoranti o di orrori sublimi. Gli strani titani dell'artista riescono a esprimere questo balletto di sentimenti.
Queste figure emergono dal confronto tra lo strumento e il supporto. Laëtitia Deschamps dipinge utilizzando rami freschi di alloro, che usa come una frusta per colpire la carta o la tela, per poi graffiarli, strofinarli, graffiarli. Gli impatti formano grandi graffi neri, punto di
partenza del lavoro. Da loro l'artista compone. Traccia e cerchia figure stilizzate – sorta di golem caotici, a volte minacciosi, a volte protettivi. L'artista poi li stacca aggiungendo uno sfondo ocra, esacerbandone così la presenza. Questa prima serie ha coinvolto
necessariamente di grandi dimensioni, se non altro per utilizzare una tale tecnica.
Nel 2018 Laëtitia Deschamps partecipa alla mostra Cent_titre(s). Questa è una nuova sfida per l'artista. Lei, che solitamente esplora i grandi formati, deve lavorare su piccole superfici di circa 30 per 30 centimetri. Tuttavia, ha voluto mantenere lo spirito grezzo e marcato della sua prima serie e ci è riuscita evolvendo la sua tecnica. I rami e i gesti sono stati adattati al formato. La corporeità resta centrale. Tuttavia è necessario purificarlo, andare all'essenziale, controllare maggiormente la resa, contenerlo nel cuore della tela.
Per questo l'artista ha deciso di metterci davanti ad una serie di abbracci. Sono lottatori o coppie che si abbracciano? Impossibile dirlo. Lo scatenamento fisico è lì, sprigionando un misto di violenza e sensualità. Lo sfondo gioca un ruolo in questa ambivalenza, perché se le forme possono dare un'impressione di brutalità, gli sfondi tendono armoniosamente tra due poli: il giallo e il grigio violaceo. Non litigano, condividono lo spazio e si incontrano al centro.
-Boris Marotte