Stéphane Soum
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Stéphane Soum

Francia • 1992

Biografia

Giovane golfista professionista, Stéphane Soum va rapidamente all'ovvio... Il Green non sarà sufficiente per incanalare il suo pensiero geometrico. E sebbene trovi alla fine del club questa necessità di padroneggiare lo spazio, i limiti del percorso non riempiono la sua immaginazione. Ha bisogno di concreto, tattile... Forse come Evariste Welsh, che è stato soprannominato il Rimbaud della matematica, Stéphane vede cifre. Un turbine di calcoli, algoritmi sensoriali che cogitano pazientemente nella speranza di materializzarsi... In un'estetica precisa come lo sport che pratica, decide di imbarcarsi in un'opera artistica digitale che renderà visibili le equazioni del suo inconscio. Tra grafica e fotografia mentale, Stéphane traccia labirinti, sì, è la chiave del suo lavoro. In cui ci si perde, in cui si cade come ci si addormenta. Percorsi perfettamente padroneggiati in cui si entra, facilmente, ma in cui si cerca, fino allo sfinimento. Forse solo perché non c'è niente da trovare... Nient'altro che il conforto di un'immagine, bella e armoniosa, che culla il nostro pensiero e inizia a girare. Un caleidoscopio, una finestra sul pensiero maniacale che ci rinchiude, ci intrappola finché non riacquistiamo un senso di libertà. Quello di pensare attraverso se stessi, in una dimensione che non è più colpita dalla realtà. In un naufragio dell'umore. Dal suo immaginario cartesiano, nasce un mondo perfettamente tormentato. Emergono giardini alla francese, la cui bellezza cubica non dovrebbe essere influenzata da temperatura, pendenza o vento. La precisione, la struttura, prendono il sopravvento sulla follia creativa che si lascia domare.
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