

Francia
• 1987
Biografia
Grégory Gaydu (1987), artista fotografo intimo, vive e lavora a Parigi da 10 anni. Diplomato al Lycée Brassaï, ha iniziato la sua carriera nel 2007 e ha co-fondato il collettivo “MAD Photographie”. I suoi viaggi e i suoi incontri alimentano la sua creatività: ne fa il tema delle sue prime mostre. Seguirono due anni di silenzio. Nel 2012 esorcizza la sofferenza delle tragedie vissute con “Noir Foncé – Chapter 1”, progetto che ha segnato la sua rinascita e gli ha permesso di essere il vincitore della 1a edizione del Su-ture Contest 2013. Nel novembre 2013, Galerie Be -Espace lo ha scelto per presentare le sue opere durante la mostra What's up? 4 mondi fotografici. La materia si spezza sotto l’impatto di emozioni troppo forti. Nascosti dietro la falsa maschera dell'apparente serenità, si affrontano come venti contrari: ululanti dal silenzio che si impongono, muti dalla sofferenza, da un sentimento troppo sfacciato. Grégory Gaydu mette in condizione i suoi personaggi: prepara la scena, sceglie l'atmosfera musicale, provoca la scena. E, nel suo mirino, attende il momento supremo. Magia, mistero del momento in cui l'intangibile trova la sua strada nel film. Qualunque sia il volto che vogliamo mostrare, le uniche vite lisce sono quelle senza vita. I bianchi – con uno sguardo, un sorriso, un chiodo – trafiggono i neri, onnipresenti, onnipotenti. L'occhio dello spettatore deve abituarsi all'oscurità: potrà allora diventare più incisivo, per scorgere nelle sue maschere di pietra, nei suoi scrigni d'argilla, il cuore pulsante, l'anima vacillante. Semplicemente l'essere umano che va sottoterra, seppellendosi, senza restare in silenzio, per emergere finalmente dalla cornice come in se stesso, nella sua verità più cruda.
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