

Biografia
L'economia dei mezzi e dei gesti costituisce la base della riflessione di Sergio Verastegui sulla questione del rapporto con la realtà. I suoi pezzi vanno considerati come annotazioni, forme di scrittura vicine al frammento. L'aspetto rudimentale delle opere di Sergio Verastegui, fatte di materiali poveri, scarti o elementi di riciclo, potrebbe consentire un collegamento con l'Arte Povera.
L'approccio dell'artista però non è lo stesso, non si tratta di guerriglia contro la società dei consumi, ma di espressione di una “nuova povertà” organizzando in modo inaspettato e casuale incontri poetici fortuiti di vari oggetti e materiali. Combinando una forte presenza materiale e concettualismo, le opere di Sergio Verastegui appaiono come frammenti di realtà estratte da un mondo lacerato.
Sergio Verastegui cita volentieri Alain Badiou a proposito del suo lavoro: “L'importante non è sapere cosa abbiamo dimenticato ma capire cosa lascia il segno in noi”. Decontestualizzate e ricontestualizzate, le tracce-frammento che costituiscono le sue installazioni, se non perdono la loro qualità originaria di vettori di significato, ne assumono prontamente altre.
Di origine peruviana, Sergio Verastegui vive a Parigi dopo aver studiato alla Scuola di Arti Visive di Rio de Janeiro e alla Scuola Nazionale d'Arte Villa Arson di Nizza.