Franta

Franta è nato nel 1930 a Trébic (Moravia), Cecoslovacchia. La sua infanzia e adolescenza furono segnate dai drammi politici dell'epoca.

Dal 1948 Franta frequenta la Scuola di Arti Decorative di Brno (Moravia), poi quelle dell'Accademia di Belle Arti di Praga. Nel 1958 fu contrabbandato in Occidente. Dopo un soggiorno nei campi profughi in Germania, poté finalmente tornare in Francia. Si stabilisce definitivamente nella regione di Nizza per proseguire la sua carriera di pittore.

Dal 1968 passa dalla figurazione a una deturpazione che si confronta costantemente con ciò che non può essere rappresentato: i drammi della storia e la condizione umana. Il corpo resta e resterà sempre al centro della sua ricerca. Esiliato e curioso degli altri e delle loro sofferenze, viaggia molto: Spagna, Grecia, Jugoslavia, Giappone, Danimarca, Messico...

Viene invitato a partecipare alla mostra "Mythologies Quotidiennes" organizzata da G. Gassiot - Talabot e JL Pradel al Museo d'Arte Moderna di Parigi. Ciò rivela giovani artisti come Henri Cueco, Jacques Monory, Peter Klasen, che sostengono un ritorno alla pittura efficace, chiamata Nuova Figurazione. Nel 1980 “scoprì” l’Africa. Dapprima i deserti algerini, marocchini e tunisini trasposti in immense tele color sabbia dove affiorano carcasse, ossa e macchine: rovine di una presenza umana, eccezionalmente assente dal dipinto. Poi l’Africa Nera/Mali, Niger, Burkina Faso, Kenya, Senegal, Gambia/ gli rivela un’altra civiltà, quella della terra d’origine.

A partire dagli anni Novanta, ha paragonato questa Africa a quella dell'esilio, quella dell'altro continente, l'America.