Spagna
Biografia
José Luis Puche (Malaga, 1976). Dai tempi mitici della laguna fatale di Narciso al presente tattile dei nostri selfie su Instagram, lo specchio è sempre stato un «fenomeno-soglia» (come lo chiama Umberto Eco) che segna i limiti tra il soggettivo e l'oggettivo. Rompere lo specchio, sminuzzare l'immagine in cui si genera attraverso il riflesso, come fa José Luis Puche (Malaga, 1976), significa mettere lo spettatore in un altro spazio. Scomporre la prospettiva (le avanguardie come il Cubismo e il Futurismo ce lo hanno mostrato) implica evocare visioni diverse e narrazioni alternative simultanee. Diluendo l'oggettivo nel soggettivo, i disegni di Puche rendono presente l'assente. La traccia precisa dell'artista, che convive con il gesto di un tocco quasi percussionizzato (eredità del suo passato di musicista), mostra una sensualità del dramma che è morbosa e inquietante. Allo stesso tempo, decostruisce la nostra percezione, costringendoci a rinvigorire —risvegliare— la vista e l'intelletto.
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