Richard Kelley

Sono a mia volta fotoreporter, scrittore, comunicatore e storico.

Gravitavo verso i lavori di W. Eugene Smith, fotografi Magnum; Henri Cartier-Bresson e Joseph Koudelka. Il loro approccio condiviso è diventato il mio mantra: creare immagini che raccontino una storia; ritirarsi; scomparire; lascia da parte la vanità; e crea immagini emozionanti ed elegantemente composte che indicano una verità sul tuo soggetto.

Dal 1972 al 1984, ho catturato i momenti intimi dei piloti che hanno lottato per sopravvivere in F1, in un periodo che stava imponendo i cambiamenti più significativi a piloti, vetture e tecnologia nella storia dei Gran Premi.

Fin dall'inizio è stato chiaro che questi sviluppi tecnologici influenzavano lo spirito, la passione e il coraggio che registravo in quel periodo, e ho deciso di adottare lo stile di Cartier-Bresson e diventare "una mosca sul muro"; avvicinandomi il più possibile a questi pezzi di storia, senza influenzare l'emozione o il dramma del momento.

Nei decenni successivi, lavorando nel reparto stampa o gestendo i dipartimenti di marchi automobilistici internazionali, non ho potuto dimenticare le mie immagini intime dei Gran Premi che avevo catturato mentre ero una "mosca sul muro" nel mondo della Formula Uno li raggrupparono per presentarli al grande pubblico.

Sono anche tornato a creare nuove opere digitali, sia monocromatiche che a colori, orientate al tempo e alla sua influenza sulla natura e sul mondo in generale.