

Biografia
Si possono sentire le Hawaii nel ritmo del suo nome e si possono vedere nel ritmo del suo lavoro. Kalani Engles dipinge un mondo che è immancabilmente organico, un mondo senza persone che è animato dal tocco umano e dall'idiosincrasia, un sogno febbrile fecondo del mondo naturale. Lo stile del lavoro di Engles è un intrigante stufato di modernismo di provenienza. Ammette prontamente di ammirare Arthur Dove. E c'è un'impronta distintamente americana nel suo lavoro. Milton Avery, Charles Burchfield, Stuart Davis, forse anche le ondulazioni barocche di Thomas Hart Benton vengono in mente. Tuttavia, stile e influenze sono irrilevanti con Engles, è il vigore delle sue immagini ad essere di fondamentale importanza.
C'è uno spostamento, che è fluido e senza sforzo, tra figurazione e astrazione e ritorno. Mentre si possono distinguere serie, e persino periodi, nella sua opera, rimane anche una sorprendentemente serena unità di pensiero, una sicurezza di sé che è stata guadagnata duramente alla vecchia maniera. Ma tutto quel duro lavoro, in American Grain, per prendere in prestito un titolo dal poeta William Carlos Williams, non è il prodotto di un perfezionista puritano, perché non c'è dubbio che l'opera sia sfacciatamente edonistica, radicata nell'esperienza diretta, sensoriale, sensuale di Engles del vivere. Come una pianta tropicale, l'opera cresce su di te, i suoi viticci tirano il tuo bavero, spine e petali e foglie ondeggiano in un vento di serra, minacciano di spazzarti via dai piedi e, con una tavolozza esuberantemente audace, di toglierti il fiato.