Francia
• 1973
Biografia
Sibylle Baltzer è nata nel 1973 a Parigi. Vive e lavora a Marrakech. Ha seguito corsi al Kent Institute of Art and Design di Canterbury nel 1991-92, all'Ecole des Beaux Arts di Parigi nel 1996, alla Chelsea School of art di Londra nel 1997-98, alla Slade School of Fine Art, da Londra dove ha conseguito un Master nel 2002. Ha vinto l'Adrian Carruthers Studio Award ACME studios, Deptford, Londra nel 2003. Vive e lavora oggi a Marrakech. C'è una “fragilità discordante delle forme” nelle opere di Sibylle Baltzer, ha scritto la scrittrice cubana Zoé Valdès. Sono proprio queste, infatti, le forme che si impongono nei suoi dipinti, giocando con collage e assemblaggi inaspettati ma che ben presto si rivelano efficaci e precisi. Forme dipinte ma anche forme già presenti, spigolate dalla quotidianità, raccolte da uno sguardo rivolto ad una curva o ad un angolo retto, pezzetti di niente di consumato e senza valore se non questa qualità formale e con cui Sibylle Baltzer si sforza di far dialogare altre forme dipinte, vere e proprie composizioni geometriche dove i colori si affiancano o si scontrano. La fragilità discordante viene da lì, da questo equilibrio che si crea tra le astrazioni del caso e i disegni di pura geometria, così come nell'audace rapporto dei colori tra loro. Ciò che colpisce nel lavoro di Sibylle Baltzer è la sua capacità di integrare le influenze dei maestri (e per il colore pensiamo a quello di Claude Viallat che fu suo insegnante all'Ecole des Beaux-Arts di Parigi), di attingere a questo patrimonio comune di la storia dell’arte astratta per implementare un linguaggio proprio. Siamo qui, infatti, in un oltre la geometria, quella degli artisti degli anni '50 quando l'arte era costruita, minimale o seriale, in un oltre l'astrazione semplificatrice di un Mondrian, o addirittura tentativi di produrre segni riconoscibili come avveniva a fine degli anni '60 per il gruppo BMTP, ad esempio. Siamo più vicini a questi artisti del cosiddetto movimento Neo-Geo come John Armleder che hanno esplorato questo oltre l'astrazione, il dipinto diventando un oggetto e l'immagine un motivo. Siamo in questa continuità, nell'andare oltre la pittura, in una forma di ironia anche nei confronti dell'accademismo dell'astrazione quando oggetti ritrovati si mescolano a quadri astratti geometrici o monocromi, in una sana distanza dall'opera d'arte.
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