Deborah Valoma

Dichiarazione dell'artista: “Ho imparato a lavorare a maglia per la prima volta a Gerusalemme da un rifugiato polacco dell'Olocausto. Ho imparato a cucire i merletti da mia nonna, discendente di armeni sopravvissuti ai massacri turchi. Intreccio di cestini dei nativi americani in California. Queste donne devote trasmettono con tenacia i fili della sopravvivenza. Quando la loro memoria viene meno, le mie mani ricordano.

Collezioni selezionate e luoghi espositivi:

Museo del tessile, Washington, DC (L'ispirazione del kimono); Museo d'arte della contea di Los Angeles (prodotto in California: 1900-2000); De Young Museum of Art, San Francisco, California (Artwear: moda e antimoda); Blanden Memorial Art Museum, Iowa (Needle Art, a Postmodern Sewing Circle, mostra itinerante); Montclair State University, New Jersey (Arte della sostanza); Racine Art Museum, Wisconsin (Basketworks: The Cotsen Contemporary American Basket Collection) Honolulu Museum of Art (Mille parole e oltre).

Artista residente: Museum of Contemporary Craft, Portland, Oregon;

Prestazione: desiderio ardente; Line of Sighs, con il coreografo Victor Alexander, Ruth Page Center for the Arts, Musum of Contemporary Art, Chicago.

Autore: "Tessuto e identità africana a Bahia, Brasile", Berg Encyclopedia of World Clothing and Fashion; “Cronache di polvere”, Tessile: Journal of Cloth and Culture; Gratta il salice finché non canta: le parole e il lavoro della tessitrice di cesti Julia Parker.